Circa un anno fa ho conosciuto al solito mercatino alle porte di Udine un venditore, Freddie, perché ero stato attratto da alcuni oggetti che aveva sul banco – in particolare uno ZX81 che ho acquistato. E’ stato molto corretto e disponibile: non sapendo se l’oggetto funzionava mi ha lasciato il suo cellulare per chiamarlo in caso ci fosse stato qualche problema. Purtroppo lo ZX81 non funziona, ma ho ricevuto in cambio un drive Commodore 1571.
Parlando con lui ho scoperto che suo papà aveva un negozio di riparazioni dove ogni tanto andavo a comprare i floppy per il Commodore 128 quando ero ragazzino. Ci siamo poi visti ogni mese al mercatino per un caffè e una chiacchierata, e ho scoperto di condividere con Freddie anche altri interessi che mi hanno portato a frequentarlo anche al di fuori del mercatino… ma dato che questo sito parla soprattutto di vecchi computer, credo che dovrei raccontare come Freddie si collega all’Apple II oggetto di questo articolo.
A marzo di quest’anno mi dice che un suo conoscente, Carlo, ha dei “vecchi Apple” e un magazzino pieno di computer, di cui sembra voglia liberarsi. Incuriosito, gli chiedo se può mettermi in contatto con questa persona e, dopo aver chiesto il permesso, mi dà il suo numero di cellulare.
In effetti Carlo ha un grande scantinato, in parte occupato da computer che ha iniziato a raccogliere quasi per caso: i primi gli furono regalati da uno zio radioamatore. Negli anni si è sparsa la voce e gli sono arrivati oggetti elettronici di ogni tipo. Il problema è che qualcuno gli ha portato anche pezzi che avrebbero dovuto essere (correttamente, questa volta!) destinati alla discarica: ad esempio, un sacco di “scheletri” di computer assemblati privati di ogni pezzo utile (RAM, disco rigido, schede), oppure stampanti a getto d’inchiostro di fascia economica e monitor guasti. Negli anni questa parte di scantinato si è saturata fino al punto che non era più possibile riuscire a passare tra gli scaffali; mi sono offerto di dargli una mano, almeno per distinguere tra i pezzi che vale la pena di tenere e quelli che sono solo rottami da eliminare.
In effetti di pezzi da salvare ce ne sono parecchi. In questi mesi ci siamo incontrati più volte, anche con le rispettive mogli, ci siamo conosciuti meglio, e abbiamo lavorato insieme nello scantinato: adesso è possibile camminare tra gli scaffali! Su una scrivania era appoggiato questo Apple II, e ho confessato a Carlo che cercavo da tempo questo computer. Gli ho detto il prezzo che questo sistema può raggiungere su eBay, ma Carlo ha deciso di regalarmelo e per questo lo ringrazio di cuore.
L’Apple II europlus è in configurazione da 48KB di RAM, scheda Disk II Interface Card, due lettori floppy, un tastierino numerico Advanced Business Technology e un monitor Ciaegi. All’epoca Apple non commercializzava monitor e l’utente doveva comprarne uno o collegare il computer alla TV. Ho dovuto sostituire un filtro in ingresso sull’alimentatore: è durato 5 minuti poi è scoppiato, del resto ha oltre 30 anni!
Smontato e pulito, è tornato come nuovo: ho scoperto che questo modello ha la scocca verniciata1, per cui non risente del problema dell’ingiallimento.
Il programma che vedete a video è Visicalc, che all’epoca fece decollare le vendite dell’Apple II. Non avendo il manuale ho preferito cercare di capire come funzionava senza usare google, come ai vecchi tempi. Dato che ci sono solo i tasti per spostare il cursore a destra e sinistra, ad esempio la barra spazio alterna tra spostamento verticale e orizzontale. Ho trovato la combinazione di tasti per far apparire i comandi disponibili e il modo di inserire formule e calcoli nelle celle… per chi è cresciuto con mouse e interfacce grafiche è sicuramente spiazzante trovarsi di fronte a un programma come questo.
Ora che i manuali dei computer non esistono quasi più (almeno in forma cartacea), è affascinante sfogliare questi libri dove è descritto ogni comando del BASIC, del DOS, e ci sono addirittura gli schemi elettrici del computer. Erano tempi in cui il computer “casalingo” era una novità, e ogni utente doveva essere introdotto nel mondo dell’informatica con spiegazioni chiare, esempi, tenuto per mano nell’utilizzo del computer e nella stesura dei primi programmi.
Concludo l’articolo con qualche altra foto.
Aggiornamento sulla vernice, 16 febbraio 2013
Una discussione su Facebook a proposito di un Apple II europlus piuttosto ingiallito mi ha incuriosito e ho fatto qualche ricerca. Ho trovato la testimonianza di una persona che lavorava in un’azienda di verniciatura che dipingeva i case degli Apple II, Apple II plus e disk drive:
Hi,
I talked to my old boss from Finishing Technology Inc., they closed in 1986, I worked there in the mid 70’s to mid 80’s, until I started Finishing First Inc. in 1986. I asked him if he had any of the old office records from back then, he let me go through about 30 boxes of old records. I found the Apple approved paint sample for Apple beige, still in the Apple folder. this is the color we painted the II’s, II+’s and disk drives. The paint color was a custom mixed color, it was not from the PMS Pantone color chart or Fedral Standard color chart, it was custom made for Apple.
Traduzione:
Ciao,
ho parlato con il mio vecchio capo della Finishing Technology Inc, hanno chiuso nel 1986, io ho lavorato lì da metà degli anni ’70 a metà degli ’80, fino a quando ho fondato la Finishing First Inc nel 1986. Gli ho chiesto se aveva ancora qualcuno dei vecchi documenti dell’epoca in ufficio, e lui mi ha lasciato cercare tra circa 30 scatoloni di documenti. Ho trovato il campione approvato da Apple stessa per il beige Apple, ancora nella busta Apple. Questo è il colore con cui abbiamo verniciato i II, II+ e i disk drive. Il colore era una miscela personalizzata, non era dalla tabella dei colori Pantone PMS o dall’elenco federale [NB “Fedral” è un errore di battitura] dei colori: era fatto su misura per Apple.
Ecco la foto scattata dalla persona che ha pubblicato la sua testimonianza (originale su flickr):
Ho scattato inoltre una foto macro di un angolo del mio Apple II europlus, consumato dall’uso, in cui si vede chiaramente il colore originale della scocca e si può vedere che si tratta di vernice e non di colore in pasta.
Probabilmente, nel caso dell’Apple II di cui si parlava su Facebook, i lotti più recenti erano invece colorati in pasta come nei modelli successivi, e di conseguenza esposti al problema dell’ingiallimento.